Orgoglio Cus Bari basket!

Terza vittoria nelle ultime quattro gare, seconda di fila. PalaCus inviolato da un mese. Raddoppiati i punti conquistati nelle prime quattordici giornate, agganciato il Catanzaro a quota 12 (con Pozzuoli, Canicattì e Foggia nel mirino). Definitivamente riaperta la lotta salvezza. Verrebbe da dire: “Finalmente”. Finalmente cussini in grado di esprimersi ai loro livelli più consoni, capaci di ritrovarsi e far tornare il pubblico a gioire e soffrire per le sorti degli ‘universitari’. Contro Agrigento è andato in scena un vero e proprio thriller. Partita tesa, giocata sempre sul filo dei nervi e senza esclusione di colpi, sin dalle prime battute. Non era facile tenere botta alla squadra siciliana, specie alla luce delle percentuali del primo tempo, quando Paparella e soci sembravano tirare in una ‘vasca da bagno’. Il loro 40% di media di squadra, al tiro da tre, in campionato era cosa nota. Ieri, però, sono stati capaci di superarsi: addirittura 91% nelle prime due frazioni (10/11), 65% finale (15/23). Circostanza sicuramente frustante, considerando che molte delle conclusioni erano state opportunamente contrastate. Eppure all’intervallo lungo si è arrivati solo con 12 punti di scarto (36-48), segno che i cussini c’erano e non avevano completamente sbagliato partita. Tutt’altro. E così, al rientro è ricominciato il lento lavoro di cesello. I siciliani erano bravi a controllare i parziali, ma dall’altra parte c’era una squadra viva. E dopo un po’ di tira e molla, è arrivata la tripla scacciapensieri di Storchi, proprio a fil di sirena, che ha prodotto il 52-58 del 30’. Gara riaperta. E inerzia che non cambia neanche alla ripresa dell’ultimo quarto, quando i baresi con i contropiedi di Crescenzi e Conti ricuciono sino al -2 (56-58). A questo punto, però, accade quel che non t’aspetti. Cancellieri e Ciocca cadono nelle provocazioni di Pilat. Saltano i nervi, in campo s’accende un parapiglia. Il pivot agrigentino crolla al tappeto come un pugile suonato e a Ciocca viene comminato un dubbio fallo antisportivo (il secondo che vale l’espulsione), per un contatto che sarebbe tutto da valutare, con il supporto delle immagini televisive (unicamente per una questione di principio, non essendo stato ancora sdoganato l’istant replay, naturalmente). I due tiri liberi e il successivo possesso consentono agli ospiti di riallungare sino al -10 (62-72), a meno di 5’ dalla fine. Un colpo che avrebbe messo ko un elefante. Non i cussini che, dopo un primo sbandamento, riescono a riaprire il match con i tiri liberi di Cancellieri (4/5 nelle ultime fasi), De Bellis (4/4), Storchi (1/2) e il -1 (77-76) firmato da Barozzi, bravo a catturare il rimbalzo del libero sbagliato da Storchi e a finalizzarlo con una gran schiacciata. A 38’’ dalla fine, così per Agrigento è tutto da rifare. Si va da Tartaglia che conquista due tiri dalla lunetta, realizzandoli entrambi (79-76). Ai baresi serve un tiro da tre, contro la pressione dei siciliani. È De Bellis a incaricarsi di superare le maglie difensive. Arriva un raddoppio, palla a Cancellieri appostato dietro l’arco. Un istante lungo una vita, non per il play, protagonista di un’altra serata di grazia (29 punti, dopo i 25 ai danni del Ruvo), che non ci pensa su a metter dentro la tripla del pari con 20’’ sul cronometro. Ultima azione Agrigento. Se ne incarica Paparella. Si va al tiro sulla sirena: classico pick and roll, palla recapitata a Tartaglia. Su di lui Barozzi, a sfruttare le lunghe leve. Tartaglia prova un tiro, ma ci sono le mani dell’esterno barese a stoppare ogni tentativo di vittoria. È tempo di supplementari. E negli ultimi 5’, con i baresi privi anche di Conti (al rientro dall’infortunio, ha accusato un problema all’altro ginocchio) e Labate (cinque falli), si completa l’opera dei padroni di casa, abili a portarsi stabilmente in vantaggio (+5 il massimo, con schiaccione in penetrazione di Barozzi) e a mantenerlo sino alle battute finali.

Mirko Cafaro