Basket, intervista a Storchi

Ciao Andrea. Questo è il tuo primo anno a Bari. Come ti stai trovando e cosa pensi della piazza?

Questa estate quando mi hanno chiamato avevo altre offerte. Ho deciso di stare qua perché ho avuto fiducia nella società. Ho conosciuto le persone e le ritengo serie e competenti. Per quel che riguarda la squadra, ci sono due momenti… il girone di andate e quello di ritorno, dal punto di vista dei risultati ottenuti. Dopo quello che è successo, tanto di cappello a tutti quanti. È parecchio merito della squadra se nel girone di ritorno siamo a questo punto. Qua comunque sto bene, anche se, secondo me, ci sarebbero da sistemare diverse cose, soprattutto come mentalità. Sembra tutto molto anni 70’. Poi, per quel che riguarda il seguito dei tifosi, al di là dei fedelissimi a cui sono legato, non mi sembra che la gente sia particolarmente appassionata al basket. Voglio sottolineare che a Foggia abbiamo vinto anche grazie ai quei tifosi che sono venuti a sostenerci. Ti danno davvero molta carica. Comunque credo che sia anche normale, Bari è pur sempre una città e tra l’altro la squadra di calcio, in serie A, sta andando da paura! Nei paesi invece, c’è solo il basket e quindi il seguito è maggiore.

Quando gli infortuni hanno decimato il reparto lunghi, tu hai fatto gli straordinari, arrivando a giocare anche 40 minuti…

Si, e si sentono!!! Ci siamo tirati il collo all’inizio e a dicembre abbiamo pagato le conseguenze. Abbiamo avuto un calo fisico, io soprattutto, ma perché per esempio mi sono fatto male contro Massafra ma non potevo fermarmi perché non c’erano cambi. Mi dispiace molto, anche perché in tutto questo chi ci ha rimesso più di tutti è stato Tonino Bray, ovviamente senza nulla togliere a Piero Labate, che sta facendo un lavoro super. Purtroppo in questi casi o mandi via i giocatori o il coach… i giocatori non li puoi mandare perché non ne hai, anzi è arrivato Risolo, e quindi non hai scelta… comunque adesso penso solo a queste quattro gare, che sono come quattro finali.

Domenica contro Catanzaro, una partita non bella, in cui però,anche soffrendo, si è raggiunto l’obiettivo e tu sei stato decisivo. Qual è il tuo punto di vista?

Beh, loro sono stati bravi e noi abbiamo sbagliato parecchio, però abbiamo vinto soprattutto in difesa con tanti rimbalzi e palle recuperate Erano andati avanti di dieci ma li abbiamo ripresi.. Poi nell’ultimo quarto ci hanno recuperato. Però è la classica partita in cui siamo riusciti a vincere perché, al di là delle capacità tecniche, abbiamo messo in campo la grinta e il cuore. Senza il cuore, non saremmo mai riusciti a risollevarci. Tra l’altro ora siamo anche in dieci e quindi possiamo allenarci. La mia idea di inizio campionato era questa; giocare sempre come stiamo giocando ora. A inizio stagione parlavano di salvezza tranquilla. Secondo me, a parte l’assurda sfortuna che abbiamo avuto, avremmo potuto lottare per un quinto, sesto posto, tranquilli.

Su domenica a Massafra cosa vuoi dire?

Eh… ho ancora in mente la partita d’andata, quando sbagliai il tiro da tre punti del pareggio e ancora m’è rimasta lì! Quindi c’è anche questa rivalsa personale, a parte i due punti per la classica, che sono fondamentali. Se le vinciamo tutte e quattro… c’è il rischio dei play-off…

Play-off? Lo stai dicendo tu… Guardando la classifica, non è cambiato nulla. La salvezza non è il primo obiettivo?

Sicuramente ci salviamo! Questo lo dichiaro ufficialmente. Lo penso da dicembre. Quando alle partite non veniva nessuno. Quando ci allenavamo e fuori faceva freddissimo. Quando c’era l’infermeria sovraffollata. Sono questi i momenti che ti fanno crescere, che ti danno la carica. E ora, che la ruota sta girando, sicuramente raccoglieremo il frutto di questi sacrifici. Il gruppo ora è più unito che mai. Piero Labate è stato bravo a dar fiducia a tutti, soprattutto a coloro che non hanno disputato un avvio di stagione a grandi livelli. Sono stati recuperati giocatori importanti che ora stanno dando tutto il loro contributo.