Indoor Rowing

Un ricordo dell’amico Giovanni Antonucci

Ignazio Lojacono, una vita per lo sport barese. Ex canottiere, medico chirurgo, farmacista e dottore in giurisprudenza, ha avuto il suo grande impegno sportivo prima col Barion, quando, nel 1936, nella nuova sede, ebbe inizio la sua attività  di vogatore. Una carriera abbastanza rapida in quanto, oltre a remare, nel 1942 allenava un equipaggio dei Vigili del Fuoco per poi essere nominato direttore sportivo del canottaggio al Barion a soli vent’anni.

Era diventato canottiere dopo aver praticato nuoto. Nell’agosto 1937 il comando GIL volle preparare un equipaggio da inviare a Genova, ai campionati nazionali degli avanguardisti: Lojacono fu inserito nell’ottavo formato dai giovani Plebiscito, Di Nardi, Mineccia, Ciniero, Ferrorelli, Guardini, Pellecchia e, quindi, Lojacono con timoniere Palmieri. Niente grigio verde da avanguardisti ma divisa da marinaretti.

Partimmo, infatti, per Genova in divisa invernale di marinaretti “ ricordava spesso Lojacono “ ben felici di aver evitato il cilicio delle fasce obbligatorie nelle divise da avanguardista. Viaggiammo in terza classe di legno, naturalmente “ e giungemmo in serata a Roma; una breve sosta fuori dalla stazione per consumare una cena consistente in una tazza di latte ed un panino e poi di nuovo in treno fino al mezzogiorno seguente. Fummo ospitati presso la casa della GIL, in una camerata dove c’erano venti letti a castello; posizione ideale per quelli che stavano sopra per lanciare di notte qualsiasi oggetto su quelli che dormivano sotto; preferibilmente bagnato per rinfrescare i sogni. Inoltre, una notte verso le due fummo svegliati dal buon Pellecchia che non seppe resistere alla tentazione di urlare: Vinceremo mettendo in subbuglio l’intera camerata. Le regate si svolsero lungo la diga del porto di Genova, bloccando il traffico navale per un intero pomeriggio: potenza del Partito Nazionale Fascista! Dopo le batterie eliminatorie, fummo ammessi alla finale dei secondi che vincemmo: obbligatorio, alla fine, il saluto romano. Premio: un diploma di partecipazione.

Sempre riferendosi al suo periodo giovanile, ricordava che, nonostante si stesse preparando per sostenere presso l’istituto Di Cagno Abbrescia gli esami di licenza ginnasiale era costretto ad ubbidire al suo istruttore, davvero implacabile, il quale lo sottoponeva a due allenamenti al giorno, uno alle 6 del mattino ed un altro alle 18. Un mattino raccontava Lojacono l’istruttore ci tenne in acqua più del previsto ed io giunsi a scuola con cinque minuti di ritardo col terrore di non essere ammesso alla prova più impegnativa, la traduzione dall’italiano al latino. Per fortuna, me la cavai con un solenne ceffone del Rettore, il ben noto padre Pisani.

Con la guerra (1940-45) non fu più possibile uscire in barca. L’attività  riprese nel 1946. Figlio del primo sindaco democratico di Bari, Ignazio Lojacono al CUS oltre al canottaggio, faceva praticare atletica leggera, canoa, nuoto, pallacanestro, vela, pattinaggio, triatlhon, iniziando “evento di grande importanza“ a far sorgere e man mano far crescere la più grande polisportiva della regione con un complesso più invidiato da tutta l’Italia.

Lojacono fondava, assieme agli indimenticabili Tuccino Accettura e Franceschino Capocasale, fondava, la Polisportiva Universitaria Barese. Nel 1947, poi, sorgeva il CUS alla cui presidenza rimaneva lui il grande Ignazio per ben 61 anni diventando negli ultimi tempi presidente onorario. La prima sezione del nuoto era in un piccolo spazio del vecchio porto di Bari: 4 galleggianti di legno limitavano i circa 25 metri di mare, dando vita a sei corsie. Con uno specifico contributo che otteneva dal CONI, creava la piscina che trovava poi la sua sede definitiva al lungomare Starita. Era lui, Ignazio Lojacono, l’organizzatore, l’ideatore il fulcro propulsore sempre pronto, sempre presente, grande decisionista. E’ stato giustamente e meritatamente definito l’ambasciatore delle discipline sportive in tutto il mondo. Da ricordare che è stato presidente del CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano), fondatore della federazione internazionale dello sport universitario, consigliere nazionale della federazione italiana pallacanestro e della federazione canottaggio membro del comitato organizzatore dei giochi del Mediterraneo a Bari.

E’ stato sostenitore e tifoso della sua squadra di pallacanestro regina nel lontano 1955, nel campionato nazionale di basket, giocato nella vecchia palestra di via Napoli.

Numerosi i riconoscimenti avuti: medaglia d’oro dei benemeriti della scuola e della cultura del Ministero della Pubblica Istruzione; Sigillo d’oro dell’università degli studi di Bari; Stella d’oro al merito sportivo; Diploma d’onore del collare d’oro concesso dal CIO; Distintivo d’onore dell’unione nazionale dello sport.